Distillato di Favole alla Cannella di Fata Pennichella

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Distillato di Favole alla Cannella di Fata Pennichella have:
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Announcement: All rights reserved.
view post Posted on 25/1/2010, 11:19 by: Fata PennichellaReply
All rights reserved. Tutti i diritti delle favole e delle fiabe sono riservati a Valeria Masala

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Comments: 1 | Views: 27,066Last Post by: DilliawCresee (28/11/2016, 18:21)
 

B_NORM B_PIN  
view post Posted on 12/7/2013, 12:46 by: Fata PennichellaReply
Ecco un'altra storia che è stata pubblicata grazie alle amiche di Orvieto.
http://www.ilfilodieloisa.it/it/news/prese..._di_eloisa.html
Comments: 0 | Views: 57Last Post by: Fata Pennichella (12/7/2013, 12:46)
 

B_NORM B_PIN  
view post Posted on 13/6/2012, 10:00 by: Fata PennichellaReply


Il tempo stringe... il bimbo reclama attenzioni... c'è una montagna di piatti da lavare ... alla vecchia maniera perché la lavastoviglie è rimasta in negozio! Perché proporre una ricetta?
Perché un dolce, soprattutto se preparato in 30 minuti, ti rimette in pace col mondo! Garantisce il risultato una mamma di un bimbo di 9 mesi molto mooolto vivace! Io approfitto di quei rari momenti in cui, dopo una strenua resistenza, il mio Tommaso crolla sul cuscino ... La ricetta ha un pregio di non poco conto: è SILENZIOSA! Non servono strumenti rumorosi, motivo per cui è possibile prepararla mentre i bambini dormono sereni ... e, come dicevo, bastano una mezz'ora e pochi ingredienti:
Pasta sfoglia
1 mela e 1/2
2 cucchiai di zucchero di canna
Cannella in polvere
1 tuorlo
Miele
Semi di papavero

Accendere il forno a 170°C e portarlo a temperatura
Nel frattempo tagliare a cubetti le mele e mischiarle con lo zucchero e una spolveratina di cannella in una terrina
Stendere la pasta sfoglia (io uso quella già pronta che ha pure la sua carta forno!) e dividerla in 4 parti
Su ogni triangolo mettere al centro qualche cucchiaiata di mele
Chiudere i lembi di ciascun triangolo a fagottino lasciando però qualche presa d'aria (cuoce meglio!)
Mettere su una teglia, spennellare con il tuorlo sbattuto a parte con un'altra spolveratina di cannella e infornare per 20-25 minuti
Togliere dal forno la teglia, far colare sulle quattro sfogliatine un filo di miele e una cascatina di semi di papavero
Et voilà!
Le sfogliatine di mele alla cannella di Fata Pennichella sono pronte!
Ancora calde sono una delizia... non patirete la mancanza di tempo per andare in pasticceria la domenica mattina!
In abbinamento a questa ricetta pubblico una nuova favola: Distillato di favole alla cannella di Fata Pennichella!
Buone sfogliatine e buona lettura (entrambe ottime anche per i bimbi!) :rolleyes:



DISTILLATO DI FAVOLE ALLA CANNELLA DI FATA PENNICHELLA
Un raffica di vento fece spalancare la finestra della mansarda. Lisa si alzò, la richiuse e corse sotto le coperte trascinando per la collottola anche Missy, un gatto siamese di quattro anni e Frollino, un beagle di due. A nulla valsero i loro lamenti e guaiti; Lisa si rintanò sotto la pesante coperta in lana e li strinse forte a sé. “State tranquilli, ci sono io” li consolò la piccola carezzando il pelo morbido di entrambi. “Che spavento” sussurrò Missy arcuando la schiena per accompagnare la carezza. Frollino si infilò tra il gatto e la mano della bimba, “pure io” disse sottolineando la richiesta con un ululato. Cane e gatto continuarono a contendersi le coccole mentre Lisa, terrorizzata dalla tromba d’aria che smuoveva le assi del tetto, cercava conforto nel caldo mantello dei su...

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Comments: 0 | Views: 196Last Post by: Fata Pennichella (13/6/2012, 10:00)
 

B_NORM B_PIN  
view post Posted on 2/10/2011, 11:02 by: Fata PennichellaReply
E la favola "A pesca con Bill" arriva seconda al Premio Letterario Merano!!! :lol:

www.passirio.it/ed9/ed9-vincitori.html


E qui si può leggere la favola!

www.passirio.it/ed9/inf_masala.html

Edited by Fata Pennichella - 20/12/2011, 10:55
Comments: 0 | Views: 77Last Post by: Fata Pennichella (2/10/2011, 11:02)
 

B_NORM B_PIN  
view post Posted on 24/1/2011, 09:03 by: Fata PennichellaReply
“Pista!” urlò il gamberetto nuotando all’indietro da destra a sinistra. “Largo!” gridò spostandosi da sinistra verso destra. “Pistaa... ahi!”. La retina di un coppo interruppe la sua corsa sfrenata in retromarcia. “Basilio le tue urla mi provocano l’emicrania. Taci!” lo redarguì il polpo massaggiandosi la testa con un tentacolo. “Scusa” rispose affabile il gamberetto, “sai che sono iperattivo”.
Li raggiunse una piccola orata dalle striature dorate di nome Dora appunto. “Ecco la mia umile dimora” disse accogliendoli in una sontuosa grotta marina. Cataste di monili raccattati sul fondale erano stati collocati ovunque per colpire l’occhio dei visitatori. Come un piombo in balia della corrente colpirono forte proprio quello di Armand, il polpo interior designer più richiesto nel mondo acquatico.
“Un angolo di paradiso” disse avvolgendo Dora con i suoi tentacoli ma, voltatosi verso Basilio, scosse la testa schifato. “Ho scelto personalmente ogni singolo pezzo” disse lei fiera. “Non avevo dubbi” replicò Armand. Il tono sarcastico fu percepito dal sarago pizzuto che li aveva appena raggiunti. “Mmm ospiti” mugugnò seccato. “Non fate caso a lui, è un orso travestito da pesce. Prima o poi si addenterà da solo per sfamarsi!” e li guidò verso l’anfratto che conduceva a un'altra sala.
Predominava l’accostamento del blu e dell’arancio; ciò che Armand più detestava. Basilio si portò la zampetta filiforme sugli occhi. Il polpo non riuscì a trattenersi e sbottò: “uccidimi ma non farmi vedere questo scempio!”. Dora sbiancò perdendo i graziosi riflessi dorati. “Questi colori cozzano” disse gettando via alcuni oggetti. “Cara mia se vuoi essere alla moda, se vuoi dettare la moda devi affidarti a un esperto”, “a lui” disse Basilio, “a me” ribadì Armand “a te” fece di rimbalzo come ipnotizzata Dora. “Se se” commentò il sarago pizzuto.
“Ma Moscardino ha detto ...” provò a giustificarsi l’orata commettendo l’ennesima gaffe. “Ah Moscardino, fasullo come la scritta Verace sulla conchiglia di quella vongola!” fece il polpo esterrefatto. “Quello ha iniziato a firmare spugnette quando io avevo già arredato l’intero oceano Atlantico” disse stizzito. “Calma calma” tentò di tranquillizzarlo Basilio. Sapeva quanto fosse suscettibile quando qualcuno tirava in ballo Moscardino; gli si restringevano tutte le ventose degli otto tentacoli.
Armand lasciò la grotta di Dora irritato sollevando la sabbia del fondo marino al suo passaggio tanto che Basilio, non vedendo più nulla, si schiantò su un pesce rana rosso come il corallo. “Ahi, mi hai fatto male” disse il pesce parlando al rallentatore. “Scusa, ma tu non sei di queste parti?” chiese Basilio. “No” rispose il pesce, “vengo dalle isole Salomone, sono stato trasportato dalle correnti e sono così stanco” sussurrò infine come se il viaggio gli avesse tolto il fiato. Scansò Basilio e riprese a camminare, sì, proprio a camminare sul fondale. “Mai visto un pesce tanto pigro da strisciare sul f...

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Edizioni IL CAVEDIO
Comments: 0 | Views: 173Last Post by: Fata Pennichella (24/1/2011, 09:03)
 

B_NORM B_PIN  
view post Posted on 25/7/2010, 11:50 by: Fata PennichellaReply
Tra le lisce pietre del fondale, in una piccola insenatura creata dalla forte corrente marina, Marvin si rintanò per nascondersi dallo squalo affamato che nuotava minaccioso in cerca di cibo. Dietro la tendina formata dai morbidi filamenti delle alghe s’intravedevano appena i suoi occhi terrorizzati che scrutavano il mare circostante.
Lo squalo doveva essersi allontanato. Marvin, per riprendere fiato, poggiò la pinna sulla roccia quasi fosse la spalla di un amico.
Non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che qualcosa urtò la sua pinna dorsale facendolo quasi schiantare di muso sulla dura parete rocciosa. Si voltò strillando per lo spavento. Due minuscole pinne gli tapparono la bocca.
-Zitto, per carità, non urlare!, gli intimò il nuovo arrivato.
Marvin tentò di divincolarsi, ma il pesciolino che gli stava davanti implorante tirò fuori una forza inaudita per le sue dimensioni.
- Sei impazzito! Vuoi diventare il suo pranzo prelibato?
Marvin si tranquillizzò e il pesciolino gli tolse le pinne dalla bocca.
- Chi diamine sei?, chiese Marvin con voce tremula.
- Ah per l’urgenza di salvare le scagliette ho dimenticato le buone maniere, rispose il nuovo arrivato e, con enfasi, gli strinse la pinna fra le sue.
- Sono Blody, sardina dispersa in cerca di banco cui aggregarsi! Tanto tanto piacere.
Poi lo osservò come se attendesse qualcosa in cambio. Marvin, ancora intontito dallo spavento, non capì subito. - - Già scusa. Sono Marvin.
Blody lo incalzò per avere maggiori informazioni, come se attendesse uno slogan nello stesso stile della sua presentazione.
- E..., disse dunque per esortarlo a continuare. Marvin, non proprio convinto, aggiunse: - E sono un salmone in attesa di migrazione.
Blody gli diede una pacca sul dorso e sorridendo rispose:
- Bravo hai fatto la rima. Devo lavorare di più sul mio biglietto da visita... acc... non mi viene... non la trovo... sardina... dispersa... persa....
Il salmone tentò di distoglierlo dall’idea di trovare una rima ricordandogli il motivo che li aveva costretti a nascondersi.
Si affacciarono titubanti e videro il bestione aggirarsi nei dintorni. Si ritrassero velocemente per non essere visti. - - - Prima o poi ci becca, me lo sento, ci becca e gnam, slurp ..., e continuò ad emettere una serie di strani rumori. Marvin lo guardò con aria severa nella speranza che la finisse di rumoreggiare rischiando di attirare l’attenzione dello squalo.
- Hai ragione, scusa, scusa, ma credi veramente che gli serva sentire rumore. Guarda che naso! Vuoi che non senta il nostro odore? Dobbiamo telare, svignarcela, dileguarci, fuggire, levare le tende, sloggiare, squagliarcela, eclissarci, sgattaiolare ....
Marvin lo interruppe bruscamente: - Hai finito? O hai ingoiato l’intero dizionario dei sinonimi?
Blody, per nulla turbato dal tono sarcastico del salmone, rispose con un gesto della pinna.
- Macché, non sono neanche a metà. Vuoi vedere?
Marvin lo inc...

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1° al concorso Rio Barbaira 2009
Comments: 0 | Views: 174Last Post by: Fata Pennichella (25/7/2010, 11:50)
 

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view post Posted on 25/1/2010, 11:29 by: Fata PennichellaReply
Lucia gridava forte alternando le urla per il dolore alla testa ai capricci. «Voglio mangiare le polpette del nonno! Non mi va la minestra, non la voglio» piagnucolò. «Niente polpette oggi. I bimbi malati mangiano la minestra» rispose paziente la nonna. «Ma io voglio le polpette» gridò sconsolata Lucia.
La nonna tentò inutilmente di calmare la bimba ma lei continuò a singhiozzare e a disperarsi tanto che la febbre prese a salire. Preoccupata per la nipote, l’anziana signora iniziò ad accarezzarle i capelli e a parlarle con voce gentile.
«Tanto tempo fa, nel paese di Melanìa, ogni anno si teneva la tradizionale corsa delle ciambelle di mele. In occasione di questa gara tutte le fatine in età da marito concorrevano per conquistare il cuore dell’eletto, il piccolo fauno destinato ad ereditare un regno nel quale condurre la futura sposa. Tutti attendevano impazienti il giorno della corsa; le fatine si esercitavano a preparare ciambelle e a correre veloci. La gara prevedeva infatti che ogni concorrente preparasse da sola una ciambella di mele e che la portasse all’eletto correndo, non volando com’era consuetudine per le fatine. Arrivò il giorno della gara e il banditore del paese di Melanìa annunciò un cambiamento di programma al quale nessuno era preparato. “Peperepepé” cantò con la voce dato che aveva perso la tromba. “Udite udite. In via del tutto eccezionale le fatine, per la corsa di domani, dovranno preparare invece delle solite ciambelle una minestra di fiori di zucca” urlò da nord a sud, da est a ovest.
Nel paese si diffuse il panico, nessuna fatina sapeva preparare la minestra di zucca. “Disgrazia!” urlavano le mamme delle fatine, “mia figlia non sa nemmeno far bollire una tazza d’acqua”. Si aggiravano disperate lagnandosi per la nuova regola. “Disperazione” piagnucolavano per le vie “la mia fatina ha impiegato un anno intero a imparare a fare una frittella, non riuscirà a imparare a fare la zuppa in una sola giornata”.
Mamme inferocite si riversarono nelle strade del paese per protestare, ma l’eletto non poteva davvero mangiare le frittelle perché era allergico alle mele. Solo fata Sbrodella si rallegrò per la nuova regola. Si aggirava per la sua cucina svolazzando leggera e intonando canti gioiosi. Indaffarata com’era a preparare ingredienti e pentole per l’indomani non si accorse che le mamme delle altre fatine la spiavano incuriosite dalla finestra. “Che ha da cantare?” domandarono sospettose.
Si fece sera e tutte le concorrenti andarono a letto presto dopo le ultime raccomandazioni delle mamme.
La mattina successiva la piazza del paese di Melanìa era gremita di ogni sorta di personaggi; fate, maghi e streghette, elfi, gnomi e folletti si accalcavano sulle transenne per vedere la gara.
Le fatine, nelle loro postazioni, tentavano di nascondere i trucchi escogitati per vincere. Alcune avevano nascosto la minestra sotto le ali, altre avevano scritto la ricetta sulle mani con l’inchiostro trasparente, altre ancora...

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Keltia Editrice
Comments: 1 | Views: 801Last Post by: Roberta M. (26/11/2010, 11:26)
 

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view post Posted on 18/1/2010, 14:39 by: Fata PennichellaReply
Le folte chiome degli arbusti della foresta raggiungevano quasi il cielo. I raggi del sole filtravano appena attraverso il fitto intreccio di foglie. “Tempo stimato di arrivo al fiume: 17 minuti e 35 secondi” disse Trimpi aggiustandosi gli occhiali sul naso. Grimmi lo ignorò e continuò a camminare.
Si fermarono all’entrata di una grotta. Trimpi estrasse dalla sacca di foglie intrecciate due maschere. “Respira con questa eviterai di contrarre la malattia della tristezza” fece all’amico porgendogliene una. Si legò una corda intorno ai fianchi e con l’altra estremità cinse la vita di Grimmi. “Ecco qui, così non rischiamo di perderci” commentò. Grimmi fece un grugnito ma Trimpi continuò imperterrito la sua visita guidata. Grimmi si spazientì e iniziò a strillare. “Basta, basta, basta! Siamo partiti da una settimana e non fai che parlare, parlare e parlare. Sei un’enciclopedia vagante, sai tutto di tutto e di tutti. Non ti hanno spiegato che i secchioni sono terribilmente fastidiosi?”. “Che maniere” rispose offeso Trimpi.
La sfuriata non servì un granché: Trimpi rimase in silenzio per circa cinque minuti, poi riprese a parlare. Grimmi, esasperato, tentò di seminarlo lungo l’intreccio di cunicoli della grotta ma la corda era stata annodata con maestria da Trimpi che conosceva a menadito tutti i nodi marinari.
Usciti dalla grotta si diressero verso il fiume e restarono allibiti di fronte al porticciolo allestito per attraversare il fiume. Si avvicinarono al banchetto delle informazioni dove, un elfo delle foreste, era alle prese con un pellicano in sciopero. “Soffro, soffro, non vedi che sono dimagrito” si lamentò il volatile. “Basta con questa scena pietosa. Lui è cieco eppure non fa storie!” ribatté l’elfo indicando un coccodrillo attaccato con una corda al pontile. “Sì ma lui non soffre il mal di mare” rispose il pellicano portandosi la zampa sul petto in segno di disperazione.
Grimmi e Trimpi si guardarono interdetti; il primo contrattò con l’elfo fino ad ottenere uno sconto. Del resto il trasporto sul fiume avveniva su un coccodrillo cieco guidato da un pellicano che soffriva il mal di mare. “Che nausea, che fastidio. Vacanza nella rive gauche?” domandò il pellicano tra un lamento e l’altro. “No, dobbiamo compiere il rito di passaggio” rispose Trimpi. “Ah ecco” fece il pellicano non proprio convinto. “Tutti gli elfi delle rocce, raggiunti i 150 anni, portano una piuma di quetzal al saggio che vive nell’altra sponda del fiume. Purtroppo non abbiamo trovato la piuma, perciò non ci daranno l’attestato di passaggio” spiegò Trimpi. “Arrivati” disse il pennuto sdraiandosi sulla riva. Soffriva talmente tanto il mal di mare che divenne verde, piume comprese. Il volto di Grimmi si illuminò, si avvicinò al pennuto e gli staccò una piuma. “Ahi!” gridò il pellicano. Trimpi protestò ma Grimmi non si scompose. “Il solito secchione. Vuoi restare un elfo delle rocce di serie B?”. Trimpi si mostrò riluttante ad entrare nella grotta; Grimmi i...

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Comments: 0 | Views: 156Last Post by: Fata Pennichella (18/1/2010, 14:39)
 

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view post Posted on 29/12/2009, 12:30 by: Fata PennichellaReply
“Uno, due e tre. Salta!” gridò il babbuino appeso con l’estremità della coda al ramo. “Sei ancora in ritardo” si lamentò. “Ma tutu” balbettò Sansone “non ti sei spiegato bebene. Al tre sasalto oo”. “Mmm non la finiamo più. Al tre salta!” rispose impaziente Gerry. “Al tre o al sasalta?” domandò Sansone. “Ma sei di coccio! Al tre salti, hai capito picchiatello?”. “Nono non sono un pipi pipicchio. Sono un’otta un’ottarda minore” e fece un balzo per sottolineare il suo orgoglio ferito.
Il babbuino, annoiato, tamburellava con le dita sul ramo. “Ma che ho fatto di male? D’accordo, riproviamo. Sei pronto?” fece all’amico. Sansone annuì con la testa facendo oscillare il ciuffetto nero che gli coprì gli occhi. Barcollò per l’improvvisa oscurità mentre tentava di liberarsi la vista. Gerry alzò gli occhi al cielo, “andiamo proprio bene!” disse sconsolato. “Uno, due e e tre!”. Sansone saltò in ritardo e Gerry si spazientì. “Salta! Ti ho detto: al tre salta!” esclamò isterico sbattendo le zampe sul ramo che iniziò a scricchiolare. “Tutu hai detto due e e, e mi sono confuso” si difese l’altro. “Ma tu guarda, il ciuccio che dice ricchie longhe all’asino!”. “Il corteggiamento classico con fiori e cioccolatini non si usa più?” domandò Gerry seccato.
Presi dalla discussione non si accorsero che un altro esemplare maschio di ottarda corteggiava la stessa femmina. Si voltarono stupiti verso il vecchiardo che riusciva a compiere salti incredibilmente atletici per la sua età.
“Pull!” gridava prima di ogni balzo.
“Ah però, che sincronia! Sbaglio o anche tu dovresti saltare quando salta la femmina?” chiese ridacchiando il babbuino. Sansone si avviò con passo deciso verso il nuovo pretendente. “Oo, oora gliele canto e veve vedrai se non cambia aria!” disse stizzito. “Come no, è tutu è tututto un tremore!” fece Gerry fingendo di nascondersi impaurito dietro il tronco dell’albero.
Sansone raggiunse la postazione del contendente e rimase di stucco. “Così non vale!” esclamò. “Che succede, che combina?” domandò Gerry curioso, come una scimmia appunto. Il barone von Ottar stava su una pedana azionata da una pompetta gonfiata dal suo assistente. “Giovanotto, dove non può più il fisico rimedia la saggezza e l’ingegno” disse serafico.
Il barone vinse la competizione e Sansone si posò sospirando sul ramo. “Che t’importa. Le femmine sono solo un impiccio” fece Gerry per consolarlo, “solo con gli amici puoi sentirti libero e volare alto”. Un attimo dopo il loro peso fece spezzare il ramo e finirono entrambi con le zampe per aria. “Volare alto” disse scuotendo il ciuffetto Sansone.



Edited by Fata Pennichella - 30/9/2012, 10:00

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Comments: 0 | Views: 126Last Post by: Fata Pennichella (29/12/2009, 12:30)
 

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view post Posted on 19/11/2010, 08:39 by: Fata PennichellaReply
A breve uscirà la raccolta "I cento corti 2010" (www.ilcavedio.it/) in cui saranno pubblicati, insieme ad altri autori, tre miei racconti. Tra questi la favola "GUSTO ESOTICO"!!! :rolleyes:
Comments: 0 | Views: 95Last Post by: Fata Pennichella (19/11/2010, 08:39)
 

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